Quello dei domini .CO è stato probabilmente il lancio più importante degli ultimi anni nel settore dei domini: qualche settimana fa abbiamo parlato del nuovo spot tv del registry della Colombia, che per il terzo anno consecutivo è stato trasmesso durante il Super Bowl. I gestori di questo ccTLD hanno lavorato molto bene sul marketing, creando un’ottima storia di successo in poco più di due anni.
Alla base di questo successo c’è stata la scelta di assegnare alcuni tra i migliori domini a chi dimostrasse di utilizzarli veramente, non solamente per tenerli parcheggiati. Tra i casi più noti, g.co è stato preso da Google per farne il proprio servizio di url shortening, lo stesso hanno fatto Twitter con t.co e Go Daddy con x.co, mentre Overstock.com aveva inizialmente spostato le proprie attività su o.co per poi tornare sui propri passi.
Anche molte delle startup più recenti utilizzano un .CO, ad esempio il progetto Startup America utilizza s.co, il social network di investitori AngelList è visibile su angel.co, il principale richiedente di nuovi gTLD Donuts gira su donuts.co, la app Recommend ha scelto l’intuitività di re.co, fino al recentissimo servizio Vine lanciato sul dominio vine.co da Twitter qualche giorno fa (un elenco più ampio è disponibile qui).
Ottima è stata l’intuizione dei proprietari dello storico sito Wall Street Italia, che nel mese di Agosto 2010, durante l’asta di lancio dell’estensione colombiana, hanno acquistato (magari chissà, immaginando un futuro rebranding oppure prevedendo una versione del sito in lingua inglese) il dominio italia.co per una cifra molto conveniente: il nome in lingua italiana per eccellenza è stato infatti preso per soli 1.025 dollari, ovvero circa 750 euro ai cambi attuali.
C’è da scommettere che già adesso il suo valore sia almeno decuplicato!